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Grandi toscani. Amedeo Modigliani.

Proseguiamo la nostra rubrica tesa a ricordare i grandi toscani, inaugurata con un post dedicato al maestro Michelangelo Buonarroti. Questa volta vogliamo rendere omaggio ad Amedeo Clemente Modigliani, pittore e scultore livornese nato il 12 luglio 1884 e morto a Parigi il 24 gennaio 1920. Le sue tristi vicende esistenziali ed il suo particolare modo di ritrarre le figure umane hanno reso Modì famoso in tutto il Mondo. Nel 2014 si celebra il 130esimo anniversario dalla nascita di Amedeo o Dedo, come era chiamato affettuosamente in famiglia.
In Toscana sono previsti importanti appuntamenti: una grande mostra a Palazzo Blu a Pisa, aperta da ottobre 2014 fino a febbraio 2015, la mostra fotografica “I luoghi di Modigliani. Tra Livorno e Parigi” realizzata dal giovane regista e fotografo livornese Luca Dal Canto, dal 12 luglio al 3 agosto alla Bottega del Caffè di Livorno, e altri eventi organizzati per celebrare il genio toscano. 
A Livorno in Via Roma 38 potete visitare la Casa natale di Amedeo Modigliani. L’artista nacque proprio qui in un giorno memorabile: durante la visita di un ufficiale giudiziario per il pignoramento dei beni. Secondo un’antica consuetudine non era consentito toccare il letto di una partoriente. Per salvare i propri beni i componenti della famiglia Modigliani furono perciò costretti a mettere più oggetti di valore possibili sul letto della madre di Modì, Eugenia, per salvarli dal pignoramento imminente.
 
Amedeo frequentò gli studi al Ginnasio Guerrazzi in via Ernesto Rossi a Livorno, ma fu ben presto costretto a lasciare gli studi classici per problemi di salute (aveva contratto la tubercolosi). Successivamente iniziò a frequentare in Borgo San Jacopo la scuola d’arte di Guglielmo Micheli, allievo dell’Accademia di Firenze. Tra gli allievi di Micheli ed amici di Dedo erano Gino Romiti, Oscar Ghiglia, Renato Natali e Llewelyn Lloyd (altri noti pittori labronici).
Modogliani frequentò alcuni corsi all’Accademia fiorentina, sotto la guida di Giovanni Fattori. Nel 1906 lasciò Livorno per poi ritornarvi saltuariamente per brevi periodi, nel 1909, nel 1910 e nel 1913, periodi durante i quali approfittava per incontrare gli amici artisti lasciati in Toscana.
Parigi e l’arte di Toulouse-Lautrec, Paul Cézanne e degli altri grandi pittori che lavoravano nella capitale francese avevano conquistato Modì, che aveva perciò deciso di trasferirsi a vivere a Montmartre. Il giovane mercante d’arte Paul Guillaume mostrò interesse per le sculture di Modigliani e lo presentò a Constantin Brâncuşi e a Picasso. Le figure scolpite, longilinee, con occhi a mandorla e colli lunghi e magri, univano tratti africani, esotici, arcaici sposavano l’antico al contemporaneo in modo del tutto sorprendente. Nel 1912 alcune opere scultoree di Amedeo furono esposte al Salone d’autunno di Parigi.

Purtroppo Modigliani fu costretto ad abbandonare la scultura a causa delle polveri che potevano peggiorare i suoi attacchi di tubercolosi. L’artista si concentrò quindi sulla pittura sviluppando uno stile personale unico e differente da quello di qualsiasi esponente dei gruppi d’avanguardia coevi, tra cui il cubismo.

donna di modigliani


Il 3 dicembre 1917 alla Gallerie Berthe Weil fu esposta la prima mostra personale di Modigliani: ritratti di volti (le famose “teste”) e di persone a figura intera, numerosi nudi di donna che destarono scandalo tanto che dopo poche ore la mostra fu chiusa su decisione del capo della polizia di Parigi.
La vita di Modì fu purtroppo vessata dalla povertà e dalla malattia, peggiorata dal consumo assiduo di alcolici e di droghe.
Dedo condivise gli ultimi anni con la pittrice Jeanne Hébutern, con la quale si era trasferito in Provenza e dalla quale ebbe una figlia Jeanne (29 novembre 1918). Il periodo vissuto a Nizza fu il più produttivo per il pittore toscano, che qui dipinse alcune delle sue opere più famose. Le vendite purtroppo furono scarse ed i profitti esigui.
 
Nel 1919 Modigliani fece ritorno a Parigi, in un appartamento in Rue de la Grande Chaumière. Il 24 gennaio 1920 fu ricoverato all’Hôpital de la Charité in preda ad una meningite tubercolotica. Morì circondato dagli amici e dall’amata Jeanne, che aspettava il loro secondo figlio. Il giorno successivo fu celebrato un grande funerale, al quale parteciparono numerosi artisti e amici di Modigliani. La compagna Jeanne per il dolore si uccise gettandosi dalla finestra.
Il tragico epilogo ha contribuito ad enfatizzare il “mito” di Modigliani, accresciuto nel tempo da episodi curiosi, come il ritrovamento delle tre false “teste” nel 1984 a Livorno.
Se desiderate approfondire la conoscenza di Modì e delle sue splendide opere vi consigliamo di non perdervi gli appuntamenti a lui dedicati in Toscana per celebrare i 130 anni dalla sua nascita.

 

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