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I Biscotti di Prato

[vc_row][vc_column][vc_column_text]I biscotti di Prato sono apprezzati in tutto il mondo. Erroneamente vengono chiamati anche Cantucci, nome con il quale un tempo si identificavano i biscotti all’anice.

La prima ricetta sec. è stata ritrovata fra gli appunti di un illustre personaggio pratese del XVIII sec. Amadio Baldanzi. La loro maggior diffusione avviene nell’ottocento, grazie alle capacità creative di un noto pasticcere del posto, che ne modificò in parte la preparazione decretandone un imponente successo.

La vera ricetta dei cantuccini pratesi è ormai un mistero. Come per la maggior parte dei prodotti tradizionali non esiste una ricetta precisa, e la ricetta storica del Biscottificio Mattei deve essere stata smarrita, poichè i biscotti che oggi vengono lì prodotti mantengono, della antica qualità, solo il nome. I miei genitori infatti mi raccontano che il biscotto “Mattei” della loro infanzia era di una delizia sconfinata, nulla a che vedere con la mediocre durezza industriale di oggi.

Una curiosità: il nome comune di “cantuccini” o “cantucci” ha una origine curiosa e risale a ormai molti anni fa, quando il Biscottificio Mattei di Prato, nei suoi anni gloriosi, vendeva gli scarti dei biscotti (i bordi, le due estremità del filoncino, appunto i “cantucci”, in pratese) a un prezzo inferiore. Lo stesso biscottificio fa oggi una cosa simile, ma con i biscotti sbruciacchiati, chiamandoli “briciole”.
biscotti-di-prato-02La ricetta – la ricetta è antica; alcuni dicono che la più completa manca di un “qualcosa di segreto”. Per quel che si sa il forno di cottura è un elemento essenziale per la buona riuscita.

Ingredienti: 500 gr. di farina, 250 gr. di zucchero, 150 gr. di burro sciolto a bagnomaria, 200 gr. di mandorle dolci, 4 uova intere (di cui una per la spennellatura), una bustina di lievito per dolci, scorza di limone grattugiata.

Preparazione: disporre la farina a fontana, aggiungere lo zucchero, le uova, la scorza di limone e il lievito, poi impastare con le mani aggiungendo il burro. L’impasto deve essere morbido; aggiungere le mandorle intere e lavorarlo ancora un po’. Dividere la pasta in filoncini della lunghezza della teglia del forno e metterli poi in forno caldo per circa 15 minuti. Dopo la cottura si tagliano i filoncini con taglio obliquo per dare al biscotto la forma caratteristica. Se si desidera biscotti più croccanti basta rimetterli in forno per cinque minuti.

Eccoli pronti…

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Una risposta

  1. Ho letto un libro molto interessante sull'argomento che sostiene una tesi diversa su questi biscottini, su Prato, sulle mandorle che certamente non coinvolge il famoso Mattei come protagonista: http://www.lafeltrinelli.it/products/9788860871794/La_vera_storia_dei_cantucci_e_dei_biscotti_di_Prato/Marco_Ferri.html

    Eccone uno stralcio:
    "Ci sono degli equivoci da risolvere anche nel panorama dei cosiddetti "mangiari toscani" e riguardano una specialità che troviamo spesso sulle nostre tavole: i "biscotti di Prato" non sono nati a Prato. In riva al Bisenzio hanno trovato dignità, successo e un nuovo nome, ma non vi sono nati. Così come non esiste "la" ricetta dei "biscotti di Prato", ma tante variazioni sul tema, a seconda della fantasia, dei gusti e delle mode del momento. E tanto meno i "biscotti di Prato possono essere scambiati con i "cantucci", i quali vantano una storia ben più antica e solo negli ultimi 150 anni hanno vissuto un'esistenza "parallela" a quella dei dolcetti con le mandorle. Marco Ferri, l'autore di questa ricerca storicamente rigorosa e gastronomicamente seducente, spulciando documenti d'epoca racconta una storia che parte da lontano, dall'invenzione del pane, e giunge sino ai nostri giorni, fino alle nostre abitudini, come quella di "sposare" questo prodotto così tipico a del vino liquoroso."

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