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Spiritualità in Toscana…la Verna

la vernaHa in sé mille messaggi di bellezza, di forza, di silenzio, di ricerca, di pace… ma tutti sono solo un tenue riverbero di quella notte in cui il Monte della Vernia parea ch’ardesse di fiamma isplendidissima, la quale risplendeva e illuminava tutti li monti e le valli d’intorno, come se fusse il sole sopra la terra.
Il Santuario francescano de La Verna si trova in Toscana, lasciata l’Umbria quasi a metà strada tra Siena ed Arezzo. Ho avuto il piacere di visitare questo eremo in cima alla montagna della Verna, dove quasi 800 anni fa il Santo di Assisi ricevette le stigmate nel bosco fra gli alberi di questo luogo incantato. Francesco vi dimorò per molto tempo ed allora c’erano solo rocce, alberi altissimi, grandi faggi e strapiombi. Il Santo pregava a lungo durante la notte, perché era solito coricarsi al calar del sole per poi alzarsi verso la mezzanotte per meditare e pregare sulle ferite e sofferenze di nostro signore.

Nella primavera del 1213 Francesco d’Assisi insieme a frate Leone stava attraversando la regione del Montefeltro quando sentì di una festa presso il castello di S. Leo: si trattava dell’investitura di qualche cavaliere? Era l’occasione di incontrare gente, di parlare loro del Vangelo, dell’Amore. Salì al castello mentre, forse, sulla piazza si svolgeva una gara di menestrelli.
Montò su di un muretto e lanciò il tema della sua canzone d’amore: Tanto è quel bene ch’io aspetto, che ogni pena m’è diletto. Le sue parole furono così vibranti che gli occhi e la mente di tutti erano come rapiti da lui. Tra gli ascoltatori c’era il Conte di Chiusi in Casentino, Orlando Catani. Via via che lo ascoltava, sentiva crescere in sé il bisogno di parlare con quell’uomo nuovo, di aprirgli il cuore sui fatti della propria anima. Terminata la predica, glielo chiese. Francesco ne fu contento ma volle che prima lui adempisse ai doveri della cortesia e dell’amicizia: Onora gli amici tuoi che ti hanno invitato per la festa e desina con loro, e dopo desinare parleremo insieme quanto ti piacerà. L’incontro fu intenso. Il Conte trovò luce nelle parole dell’uomo di Dio, ma il colloquio gli fece intuire anche qualche riflesso dell’anima di Francesco. Volle perciò fargli un’offerta che gli pareva adatta al suo voler essere tutto di Dio, alla sua ricerca di solitudine: Io ho in Toscana uno monte divotissimo il quale si chiama monte della Vernia, lo quale è molto solitario e salvatico ed è troppo bene atto a chi volesse fare penitenza, in luogo rimosso dalle gente, o a chi desidera fare vita solitaria. S’egli ti piacesse, volentieri Io ti donerei a te e a’ tuoi compagni per salute dell’anima mia. L’offerta piacque a Francesco. Poco tempo dopo mando due suoi compagni a vedere e, avuto conferma he quanto il conte diceva corrispondeva a verità, accettò il monte con grande gioia.

Così la Verna divenne uno dei romitori nei quali ogni anno egli amava passare prolungati periodi di ritiro.
Non sappiamo quante volte vi sia salito.

Conosciamo invece i fatti della quaresima di S. Michele che vi passò sul finire dell’estate del 1224.
Sarebbe stata questa la sua ultima sosta alla Verna.
Era stanco e ammalato.
Per lui era cominciato come un nuovo itinerario di intimità col suo Signore.
Alla Verna, nelle sue notti di preghiera, di solitudine e di rapimento:
ebbe il coraggio di chiedere: di provare un po’ dell’amore e del dolore
che Gesù Cristo sentì nei momenti della sua Passione, Morte e Risurrezione.
Fu esaudito e, intorno alla Festa dell’esaltazione della Croce (14 settembre),
il suo corpo fu segnato delle stesse piaghe del Crocifisso.
Nelle sue mani e nei suoi piedi si formarono delle escrescenze a forma di chiodi.
Mai la storia aveva narrato un fatto simile.
La liturgia della Festa delle Stimmate (17 Settembre) applica a lui le parole di S. Paolo:
Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me…
difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo
(Gal 2,20; 6,17).

….le rocce sembrano incantate, quasi come se la grazia di Dio dimorasse davvero in quei luoghi…..subito sulla destra c’é un cunicolo, che conduce al “letto” di Francesco, una grotta scura e umida dove il Santo a lungo meditava.la verna 02

Si narra che il mondo fu scosso da un forte terremoto nel giorno della morte di Gesù e che tutte le creature del mondo ugualmente sconvolte per la morte del creatore soffrissero……io non so spiegare quello che ho visto, ma quelle rocce sono strane, come forgiate da mano non umana. Tutto sembra vivere in quel luogo anche i sassi. Ricordo un forte vento ci ha quasi tolto il respiro, la foresta sembrava abbracciarci e gli alberi sembravano salutarci con i loro rami…….non sono una persona suggestionabile, ma molte cose che ci circondano e soprattutto questo santuario sono strane, inspiegabili. A chiunque voglia raggiungere e visitare questo luogo consiglio di dare un’occhiata al sito ufficiale del Santuario de La Verna. Troverete tutte le indicazioni necessarie e anche numeri di telefono per prenotazioni e informazioni.