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Isola di Montecristo

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Isola di Montecristo

Isola di Montecristo. Reale e leggendaria.

Il dio,il drago, l’eremita, il tesoro, il saraceno, il conte, il re e la vipera.
L’Isola di Montecristo è un’altra perla rara dell’Arcipelago Toscano. La sua rarità è dovuta sia alle leggende e agli episodi che l’hanno resa nota nel corso della storia, sia alle peculiarità del suo territorio “selvaggio”, aspro, ricco di specie animali singolari.
Situata a circa 45 km a sud dell’Isola d’Elba e a 63 km a ovest dalle coste del Monte Argentario, dal punto di vista amministrativo rientra nel comune di Portoferraio (Isola d’Elba) e, quindi, della provincia di Livorno, ma essendo una Riserva Naturale Integrale Statale (dal 1971) e Biogenetica Europea (dal 1988), è tutelata dal Corpo Forestale dello Stato; chiunque desideri visitarla deve perciò rivolgersi all’Ufficio per la biodiversità di Follonica (GR).
Spiaggia dell' Isola di Montecristo
Soltanto mille escursionisti all’anno, tra aprile e settembre, possono avere accesso all’isola, previo consenso delle autorità, per scopi didattici o scientifici. Gli unici abitanti di Montecristo sono il custode, sua moglie e due guardie forestali, le quali nei mesi estivi controllano che non vi siano incursioni illecite e che la vita sull’isola proceda senza problemi di sicurezza. Il fascino dell’isola è dovuto agli splendidi fondali marini, alle scoscese pareti di granito, dette “liscioni”, alle grotte e ai sentieri da scoprire in mezzo alla fitta macchia mediterranea, ma anche alla sua storia ed ai personaggi che ne fanno parte:
Isola di Montecristo. Tra realtà e leggenda
IL DIO: Montecristo era già nota ai Greci (con il nome di “Oglassa”od “Ocrasia”), ai Cartaginesi, ai Fenici, agli Etruschi e ai Romani, come testimoniano alcuni relitti, ritrovati nei pressi dell’isola, di imbarcazioni mercantili; con queste gli antichi trasportavano prezioso granito destinato alla costruzione di ville e santuari, fra cui quelli in onore del padre degli dei. Per questo i latini denominarono l’isola Mons Iovis, cioè Montegiove.
mare dell'isola di MonteCristo
IL DRAGO: Si narra che un terribile drago alato abitasse l’isola e che nel V secolo sia stato San Mamiliano ad ucciderlo sulla vetta più alta, il Monte della Fortezza (645 m. s.l.m.). Forse la creatura mitologica non è mai esistita, ma è certo che l’arcivescovo di Palermo, in fuga dal re dei Vandali, Genserico, abbia trovato salvezza sull’isola, rinominandola Montecristo.
L’EREMITA: In onore dell’eremita Mamiliano tra il V e VII secolo i monaci benedettini eressero un convento, ancora oggi meta di visite insieme alla Grotta del Santo (240 m. s.l.m.), luogo di meditazione e di culto in cui sgorga una sorgente d’acqua fresca.
IL TESORO: Si racconta che proprio nella cavità, dedicata al santo patrono dell’isola, fu nascosto il leggendario tesoro conservato dai monaci nel corso dei secoli. Alcuni storici ritengono che se ne siano impadroniti i pirati sbarcati sull’isola, gli stessi corsari che depredarono il convento dei benedettini, facendoli fuggire da Montecristo con le spoglie di San Mamiliano.
IL SARACENO: Gli storici narrano che sia stato il saraceno Dragut nel 1553 a guidare i turchi nel terribile saccheggio del monastero benedettino, mettendolo a fuoco e fiamme per impadronirsi delle ricchezze conservate dai religiosi.
IL CONTE: Si tratta dello stesso tesoro di cui racconta Alexandre Dumas nel celebre romanzo “Il conte di Montecristo” (1844). Il protagonista dell’opera Edmond Dantès, infatti, riesce a vendicarsi delle ingiustizie inflittegli da alcuni nemici, grazie alle ricchezze ritrovate sull’isola. Durante la prigionia sull’isolotto d’If, egli viene a conoscenza del tesoro dall’amico e compagno di sventure abate Faria. Per non farsi riconoscere dai suoi rivali, Edmond si farà chiamare “il conte di Montecristo”, celando la propria identità sotto quella di un uomo misterioso, potente e ricchissimo.
Leggenda e realtà non si confondono soltanto nel romanzo, perché la stessa Montecristo diverrà colonia penale nel 1878, ospitando i detenuti politici ed i loro familiari per circa un decennio. Presso Cala S.Maria sono presenti i resti del loro insediamento.
Isola di Montecristo da lontano
IL RE: Nel 1889 il Marchese Carlo Ginori divenne proprietario dell’isola per farne una riserva di caccia. Durante la sua permanenza, il nobile restaurò la villa appartenuta all’inglese George Watson Taylor, costruita a Cala Maestra circa 37 anni prima (oggi unico approdo dell’isola).
Nel 1899 re Vittorio Emanuele III, invitato da Ginori ad una battuta di caccia, rimase folgorato dalla bellezza dell’isola toscana, decidendo di trasformarla in una riserva reale in cui introdurre nuova selvaggina. Ecco perché ancora oggi si possono scorgere mufloni sardi e capre selvatiche di origine montenegrina sulle rocce di Montecristo.
Tramonto sull' Isola di Montecristo
LA VIPERA: Nell’ex villa dei Savoia è stato allestito il museo di scienze naturali, che illustra le caratteristiche della flora e della fauna dell’isola. Uno degli animali tipici, di cui sarebbe meglio non fare la conoscenza, è la cosiddetta vipera di Montecristo caratterizzata da una colorazione verde simile alle felci in mezzo alle quali si mimetizza. Nella riserva naturale di Montecristo, oltre alla meravigliosa flora acquatica, è possibile ammirare con un pizzico di fortuna: conigli selvatici, gabbiani corsi, falchi pellegrini, berte minori, aquile e molti altri esemplari di rara bellezza.
Amanti della Natura, Montecristo vi aspetta!

Per informazioni contattare:
Parco Arcipelago Toscano
Portoferraio via Guerrazzi 1
tel.0565919411 fax 0565919428
oppure
il Corpo Forestale di Follonica
Tel. 0566 40019

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