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rificolona-2011

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Festa della Rificolona a Firenze, folklore e tradizione

Tra le manifestazioni della tradizione fiorentina LA FESTA DELLA RIFICOLONA è una delle più caratteristiche. L’origine è legata alla fierucola della Nunziata, lo speciale mercato che si teneva in Piazza Santissima Annunziata a Firenze l’8 settembre per festeggiare la Natività della Vergine Maria. La fiera richiamava contadini e colone dalle campagne circostanti, dal Casentino e dalle montagne pistoiesi, da dove i mercanti partivano con la speranza di vendere prodotti agricoli. Arrivavano in città la sera del 7 settembre con le loro lanterne.

Da qui nacquero le “rificolone”, cioè le colorate lanterne di carta portate in cima a canne di bambù e illuminate dalla luce delle candele poste all’interno delle lampade artigianali. Si dice che la festa sia nata alla metà del Seicento e che la parola rificolona abbia avuto origine dall’unione dei termini “fierucola”, ovvero piccola fiera, e “colona” ovvero donna delle campagne. Le prosperose campagnole erano vezzeggiate dai giovani fiorentini per il loro abbigliamento rozzo e spesso i ragazzacci lanciavano bucce di cocomero contro le lanterne per farle incendiare. Ecco perché oggi molte rificolone hanno la forgia di una fetta di cocomero o di un’anguria. Le lanterne si possono acquistare anche in alcuni negozi o bancarelle del centro, ma le famiglie fiorentine ancora legate alla tradizione amano confezionare la rificolona in casa, pratica molto amata dai bambini. La sera del 7 settembre il corteo delle rificolone preannunciato dalla musica della filarmonica “G. Verdi di Impruneta” percorre le strade del centro di Firenze, Ponte Vecchio, via Por Santa Maria, via Vacchereccia, Piazza Signoria fino ad arrivare in Piazza SS. Annunziata, dove sorge la splendida Basilica dedicata alla Madonna.

Se sarete a Firenze la sera del 7 settembre per la Festa della Rificolona, vi capiterà di sentir cantare uno stornello che dice:

ONA ONA ONA MA CHE BELLA RIFICOLONA!

(reso famoso dall’operetta “L’acqua cheta” di Giuseppe Pietri (1920), libretto di Augusto Novelli).

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