La Festa della Toscana è nata nel 2000 per ricordare una data molto importante per la nostra regione: il 30 novembre 1786, anno in cui il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo promulgò la Riforma Penale, in cui si abolì per sempre la pena di morte, atto “conveniente solo ai popoli barbari”. Il Granducato fu il primo Stato del Mondo a dimostrare tale segno di civiltà e giustizia. Con la nuova riforma penale, si cancellavano anche tutte le torture e le macabre pratiche di mutilazione fino ad allora attuate nelle carceri contro i rei o i presunti colpevoli.
La legge leopoldina si ispirava chiaramente alle idee illuministe, particolarmente diffuse in Toscana. L’opera “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria era stata pubblicata per la prima volta a Livorno nel 1764. Con la nuova Riforma tutte le forche, i patiboli, i barbarici strumenti di tortura furono messi al bando e per questo bruciati nelle pubbliche piazze. A Firenze nel cortile della Dogana di Palazzo Vecchio fu posta, per volere del Comune di Firenze, una lapide commemorativa (dicembre 1786) con le seguenti parole scritte dal georgofilo Giuseppe Pelli Bencivenni:
«Per memoria della Toscana felicità quando Pietro Leopoldo con legge de’ 30 novembre 1786 la pena di morte, l’infamia, la tortura, ogni delitto di lesa maestà colla confiscazione delle sostanze cancellò per primo in Europa dalla vecchia legislazione”; motivazioni che rendono Firenze orgogliosa del suo passato.»
Un evento di tale importanza è degno di essere ricordato e per questo in tutta la Toscana Mercoledì 30 novembre 2011, nei giorni precedenti e successivi, si svolgeranno una serie di eventi istituzionali e culturali (conferenze, concerti, spettacoli teatrali, mostre), aperti a tutti, ispirati agli stessi sentimenti di civiltà, pace e giustizia che animarono il Granduca Pietro Leopoldo.