Quando percorriamo una via spesso guardiamo dritto e camminiamo a spasso spedito, non pensando che i nomi delle strade potrebbero aiutarci a scoprire la storia della nostra città e la sua evoluzione nel corso dei secoli.
Le denominazioni date ad alcuni luoghi sopravvivono al trascorrere del tempo e restituiscono a distanza di secoli conoscenze che in altro modo andrebbero perdute.
Sappiamo dai documenti che nel Quattrocento a Firenze nessuna strada aveva una denominazione ufficiale e le indicazioni erano date “da canto a canto”.
Su ogni angolo del centro c’era un preciso riferimento individuabile da chiunque (un palazzo signorile, una loggia, la bottega di un artigiano, un tabernacolo etc.).
Famoso esempio di canto ancora oggi esistente è il Canto alla Croce Rossa, si trova all’angolo tra Via del Corso e Via dei Cerchi e qui ancora si vedono due lastre di marmo bianco con una croce rossa. In questo angolo nel Quattrocento c’era una loggia che ospitava una spezieria che venne appunto chiamata “Spezieria della croce rossa” che può essere considerata il prototipo della moderna farmacia.
In seguito per indicare le vie si usarono nomi riferibili alle botteghe presenti in una determinata zona (Via degli Orafi, dei Tintori, dei Tessitori, etc.), appellativi che cambiavano in base all’apertura di nuove attività commerciali. Via Calzaiuoli per esempio era anticamente chiamata Via dei Caciaiuoli, poi via dei Bandierai, poi dei Farsettai fino a divenire Via dei Calzaiuoli, come tutti oggi la conosciamo per la presenza di numerose botteghe di calzature.
Con l’amministrazione napoleonica si adottò una numerazione unica per tutta la città, dal numero civico 1 all’8028!
Con l’Unità d’Italia molti nomi popolari vennero sostituiti con intitolazioni a generali, re, ministri, battaglie ed eroi del Risorgimento (ad esempio Via Cavour, Via Garibaldi etc.).
Dal 1924 vennero affisse sistematicamente le targhe in marmo e spesso sotto queste vennero messe le lapidi “del già”, più piccole, che riportano la denominazione precedente della strada. Ad esempio Via Cavour già Via Larga, così come si chiamava anticamente.
Nelle strade parallele all’Arno ancora oggi la numerazione segue il corso del fiume da monte a valle mentre nelle strade traverse la numerazione comincia dall’Arno e aumenta progressivamente, sempre con i numeri pari a destra e quelli dispari a sinistra.
Firenze – con Genova – è l’unica città italiana che ha adottato i “numeri rossi” per le botteghe e i negozi commerciali, non più assegnati dagli anni Cinquanta del Novecento. Accade spesso che nella stessa via esistano due numeri uguali ma corrispondenti a edifici diversi e quindi con colori differenti. Le due numerazioni non procedono di pari passo e talvolta possono essere distanti anche centinaia di metri. Fate sempre attenzione, quando leggete un indirizzo a Firenze: se dopo il numero civico c’è una “R”, significa che dovete cercare un numero rosso!