La notte tra il 23 e il 24 Giugno è la Notte di San Giovanni Battista, conosciuta anche come Notte della Rugiada, delle Fate e delle Streghe. Shakespeare vi ha ambientato la favola magica “Sogno di una notte di mezza estate” e in molte località nordeuropee la serata è festeggiata un po’ come Halloween. In Toscana, come in altre regioni italiane, i contadini erano soliti dar fuoco alle sterpaglie per propiziare la mietitura e allontanare gli spiriti maligni, tanto che ancora oggi in molte località si accendono i falò per San Giovanni.
Tale usanza ha origini romane, infatti il poeta Virgilio nelle “Bucoliche” ricorda che il 24 giugno si celebravano gli “Ambarvalia”, sacrifici resi alla dea Cerere per purificare le messi. Alla tradizione bucolica si è aggiunta, poi, la credenza popolare che le streghe si riuniscano durante la Notte di San Giovanni per raccogliere erbe e compiere riti magici. Ciò deriva probabilmente dal fatto che Erodiade e sua figlia Salomè, che fecero decapitare il Battista, sono annoverate proprio tra le streghe.
In Toscana e precisamente a Piancastagnaio, in provincia di Siena, si trova il “Piatto delle Streghe”, una grande vasca in pietra peperina, che un tempo adornava il giardino della villa dei marchesi Bourbon Del Monte e che successivamente fu spostata nel bosco di castagni sotto il borgo medievale. La sua forma e la collocazione hanno dato origine a questa leggenda:
la Notte di San Giovanni tre streghe rapirono il figlio di un uomo di nome Ferro per cucinarlo nel Piatto di pietra. Le donne tuttavia erano indecise su chi di loro dovesse mangiare il bambino, poiché tutte avevano un grado di parentela con la famiglia del piccolo. Ferro, accortosi dell’accaduto e giunto nel bosco, approfittò della situazione e intervenne dicendo: “Ce lo metto io, che non m’è parente!”. Le streghe gli consegnarono il bambino e l’uomo fuggì di corsa a casa, mentre le tre arpie si separarono per sempre.
La Notte di San Giovanni “tutto può accadere e a tutto si può rimediare”.