Palazzo Pitti è senza alcun dubbio il palazzo più grande e più sfarzoso di Firenze. Oggi proprietà dello stato italiano e sede di ben 6 musei (Galleria Palatina, galleria di arte moderna, museo degli argenti, museo delle ceramiche,museo del costume e giardino di Boboli), quando venne costruito nel XV secolo il suo aspetto era molto diverso rispetto a quello attuale.
Commissionato intorno al 1440 da Luca Pitti, banchiere e uno degli uomini più ricchi della Firenze rinascimentale insieme agli Strozzi, il palazzo è una vera e propria dimostrazione della loro ricchezza e del loro potere contro quello dei Medici, acerrimi nemici. La leggenda ci narra che l’architetto di questo grande progetto fu Filippo Brunelleschi, il quale decise di riutilizzare il disegno che aveva presentato poco prima a Cosimo il vecchio per Palazzo Medici, ma che venne rifiutato perché ritenuto troppo grande e sfarzoso. si tratta purtroppo solo di una leggenda poiché Filippo era già morto da circa dieci anni. Probabilmente l’architetto ufficiale fu Luca Fancelli, allievo e collaboratore di Brunelleschi.
In origine il palazzo era molto più piccolo di quello che vediamo oggi (risultato di circa 300 anni di lavori): A tre lati invece che quattro come gli altri palazzi rinascimentali, diviso in tre piani, con tre grandi portoni al piano terra e sette finestre per entrambi i piani superiori. Il tutto costruito con la tipica pietra Fiorentina: il bugnato. Fin da subito venne realizzata anche la piazza antistante (la prima davanti a un palazzo privato come questo) e il giardino di Boboli sul retro.
Un piccolo giardino, chiamato semplicemente “orto de Pitti” era già presente all’epoca di inizio di costruzione del palazzo a metà del quattrocento. Sembra infatti che alcuni terreni di proprietà della chiesa di Santa Felicita, furono acquistati già nel 1341 da un certo Cione di Bonaccorso Pitti. Il giardino venne poi allargato quando Eleonora di Toledo, moglie del granduca Cosimo, decise di acquistare il palazzo e l’orto retrostante. I lavori furono affidati prima al Tribolo, poi Vasari ed infine Bartolomeo Ammanati. Grazie alla lunetta della villa medicea sappiamo che a fine cinquecento il viottolo, la vasca e il prato delle colonne non esistevano ancora. Il giardino si sviluppava solo sulla collina fino a raggiungere il forte Belvedere. Non era ancora stato costruito l’anfiteatro, ma erano già presenti la Grotta di Madama, la grotta del Buontalenti, una vasca in cima alla collinetta poi trasformata del ‘700 nella vasca xdl Forcone e il corridoio Vasariano.
Articolo di Francesca Messina, nostra Guida di riferimento di Firenze e Dintorni