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Firenze quella volta che...

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Firenze quella volta che...

Quella volta che…a Firenze

Ciao Elisa ho letto di questa rubrica. Come prima cosa complimenti a te e a tutti tuoi colleghi. Da quando ho conosciuto Vivere la Toscana ho imparato tante cose nuove ed assaggiato tante cose buone! 😉

Ho letto alcune storie in … “quella volta che” e volevo raccontarti la mia storia.
Non ti preoccupare se non puoi pubblicarla… so che non ho molto da dire, ma quel poco è molto importante per me. Ed è cosi che ti scrivo.
Ho lasciato Firenze ormai da dieci anni ma non  scorderò mai quella sera quando, con amici, siamo entrati da Osteria Antica Mescita San Niccolò
L’osteria Antica Mescita ti serve piatti fantastici e dove un po ti senti a casa tua.
Ed è li che l’ho vista, Margherita……
Ti scrivo perché sono passati ormai 10 anni. Sono tornato a Firenze ma non sono più riuscito ad incontrarla. So che il tuo blog ha migliaia di lettori ed ho pensato che, forse…. avrei potuto rincontrarla.
Margherita, la mia Margherita. Anche se a dire il vero lei non mi ha forse mai neanche notato.
Ma io le ero così vicino.
La sentivo parlare con i suoi amici, e la sentivo ridere.
Oddio quel sorriso. Mi ha subito incantato anzi stregato. Quando sorrideva le labbra si schiudevano in un largo sorriso ed i denti bianchi le disegnavano il volto.
Mi ricordo che, quella sera, non riuscivo a guardare altro.
Sapevo che lei manco mi aveva notato ma per me era come se ci amassimo da una vita.
E’ solo alla fine che ho capito che avrei dovuto fare il passo, almeno per presentarmi e chiederle il suo nome.
Ed è così che uscendo sono andato da lei e le ho detto:grazie per questa bellissima serata. Io non ti ho potuto dare nulla ma tu mi hai riempito di felicità. Posso chiederti come ti chiami? E lei mi ha risposto: Margherita. E con quel sorriso mi ha guardato dritto negli occhi e poi è uscita con le sue amiche.
Lo so che è impossibile ritrovarla. Lo so. Ma scriverti di lei è stato per me… come poterla rincontrare un’ultima volta.
Ciao Elisa e grazie ancora a tutti voi,
Edoardo.

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