Di Giuseppe Bartelloni………
Ogni tre anni a Camaiore il Venerdì Santo si tiene la tradizionale processione che si snoda per le vie del centro storico. All’imbrunire si accendono migliaia di luci, si alza il canto della Mater Dolorosa e un gruppo ligneo composto da quattro statue viene portato in processione, seguito da migliaia di fedeli: in questo scenario la città di Camaiore celebra il Venerdì Santo e l’intera popolazione camaiorese rinnova il rito di una celebrazione religiosa, che viene svolta fin dal ‘500 e che negli anni si è arricchita di nuovi significati e valori. L’elemento senz’altro più suggestivo, che rende questa processione unica in Italia, è l’illuminazione del centro storico, che ancora oggi viene fatta esclusivamente con lumi ad olio e con gli stessi materiali della tradizione: per questa occasione vengono preparati migliaia di lucignoli (“cincindellori” nel dialetto locale), fabbricati artigianalmente uno ad uno. Alcuni giorni prima del venerdì santo alle finestre e alle porte delle abitazioni e degli edifici pubblici della città vengono posti i supporti in legno dai caratteristici disegni, che andranno ad accogliere i bicchieri in vetro riempiti d’olio.
L’illuminazione non è limitata al solo centro storico, ma interessa anche le zone collinari che circondano Camaiore; la campagna rischiarata dalle fiammelle fa da cornice al rito religioso e il fedele, dovunque volti lo sguardo, viene colpito dalla luce delle fiaccole che gli ricorda il mistero della morte di Cristo, ma nello stesso tempo preannuncia la sua resurrezione. La processione, che inizia dalla Chiesa della Madonna dei Dolori e prosegue per le vie del centro storico, viene aperta da un gruppo ligneo, tra cui spiccano due statue di grande valore artistico: il Cristo Morto, che risale alla fine del XVI sec. e la Madonna Addolorata, che viene datata al 1691; a queste si sono aggiunti nel corso dell’800 le raffigurazioni di Maria Maddalena e di San Giovanni.
Questo evento, che ogni tre anni riprende i luoghi, i riti e la simbologia che affondano le radici in una lunga tradizione, non è il semplice e passivo ripetersi di un rituale: ciò che lo differenzia è la partecipazione attiva dell’intera popolazione. Per questo la Triennale di Gesù Morto è un esempio di come la tradizione e il rito possano rinnovarsi di anno in anno, di generazione in generazione per offrire nuovi spunti e stimoli di meditazione, di riflessione, ma anche semplicemente per sentirsi parte di una collettività che si riconosce nei valori e nei simboli cristiani. Maggiori informazioni su www.chiesadeidolori punto it
La prossima rievocazione si terrà il Venerdì 2 aprile 2010.