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Tartufo Bianchetto, a gennaio inizia la ricerca

Il tartufo Bianchetto, il cui nome scientifico è Tuber Borchii Vittadini, giunge a maturazione tra il mese di gennaio e quello di aprile. É conosciuto anche con il nome di Marzuolo e cresce in Toscana nelle pinete del litorale, in particolare nella Maremma Grossetana, e nei boschi di conifere e latifoglie sulle colline interne, soprattutto nella zona di San Miniato. La ricerca in Toscana vanta una lunga tradizione. È dalla fine degli anni Trenta che i tartufai toscani si dedicano alla ricerca di questi particolari prodotti della terra, apprezzati in tutto il Mondo.

Il tartufo Bianchetto ha un aspetto molto simile al Tuber Magnatum Pico, il tartufo bianco pregiato dal quale però si differenzia per le dimensioni più piccole, per la polpa (la gleba) più scura e per l’odore caratterizzato da sentori di aglio. La polpa inizialmente è chiara, ma quando il marzuolo giunge a maturazione, diventa di colore fulvo, violaceo, nocciola con venature biancastre. Quando i cercatori, aiutati dai cani da tartufo, trovano i pregiati funghi ipogei, li estraggono con l’ausilio del vanghetto, l’apposito strumento per scavare la terra estraendo i tartufi senza rovinarli e senza danneggiare la tartufaia, l’area in cui i funghi si sviluppano. I bianchetti hanno una scorza liscia di forma irregolare e di colore bianco sporca, che si avvicina sempre più all’ocra e all’arancio quando i tartufi sono più maturi.
tartufo bianchetto
In cucina il tartufo Bianchetto o Marzuolo può essere impiegato per cucinare primi piatti, che hanno come base burro fresco e formaggio (leggi la ricetta delle Tagliatelle al tartufo bianchetto), oppure per insaporire le uova strapazzate o la carne, ma anche per preparare ottime creme e salse da utilizzare come condimenti per tartine, crostini e altri gustosi stuzzichini. Prova le creme al tartufo in vendita online su Vivere la Toscana!

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