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LAURIE ANDERSON. DELUSION. INGANNO. 13 Novembre 2010. Firenze

L’eclettica artista americana Laurie Anderson si esibirà Sabato 13 novembre alle 21 a Firenze presso il Centro d’Arte Contemporanea EX3 (Viale Giannotti 81, Firenze) con “Delusion”, show multimediale che amalgama video-installazioni, musica, monologhi, marionette elettroniche e violini, e che esprime al meglio il suo talento di narratrice di storie: la capacità di raccontare attraverso immagini, suoni, parole, linguaggi, con un occhio critico sulla politica e la società americana.

Ispirata da Balzac, Ozu e Lawrence Sterne e coinvolgendo una serie di ospiti immaginari, la Anderson racconta storie di desideri, ricordi e identità. L’evento è organizzato da Nuovi Eventi Musicali in collaborazione con Florens2010 Gruppo Cultura Impresa Confesercenti di Firenze e dell’Assessorato alla cultura del Comune di Firenze.

Delusion (l’inganno) ha debuttato in febbraio ai giochi olimpici di Vancouver, ed è composto da una serie di brevi romanzi gialli che oscillano fra il mitico e l’oggi, un racconto fra memoria, identità e speranza perduta, tra mondo quotidiano e mondo immaginario. I racconti di Delusion sono pieni di elfi, golems, foreste putride, navi fantasma, monache bianche, archeologi, defunti e navi cisterne senza equipaggi raccontati con quel linguaggio poetico, pittoresco e magico che nel tempo è diventato un segno distintivo proprio della Anderson. Il tema centrale di Delusion è il piacere del linguaggio e lo sgomento che il mondo sia fatto interamente di parole. Dai sogni alla morte, ai cani, alla luna, alle incongruenze del vocabolario, alla politica, alle password ed i nomi. Una meditazione sulle parole e le cose, sulla vita e il linguaggio. Il tutto tra video-installazione, concerto e monologhi che incantano.

Poeta, violinista, cantante, scultrice, video artista, performer, ecco alcune delle definizioni che sono state date di Laurie Anderson. Compagna di Lou Reed, lei si dice una “story teller”, e con “Delusion” arriva uno dei suoi spettacoli che esprime al meglio il talento originale come narratrice di storie, una personalità che ha fatto dell’irrequietezza stilistica la sua raison d’être. Anderson infatti conosce anche i confini espressivi più sottili: quando parla è sempre sull’orlo di cantare e viceversa; la cadenza della voce, calda e sussurrata, grazie all’elettronica si trasforma in autoritaria e maschile, e in “Delusion” le due frequenze si concederanno dei dialoghi. La sua poetica flirta leggera con l’ironia. La sua musicalità tradisce il rock per la musica contemporanea. O è vero il contrario? È nata a Chicago, laureata giovanissima in scultura è divenuta a tutti gli effetti una artista newyorkese vivendo in prima persona la fulgente stagione artistica di questa città dai primi anni Settanta in poi. Dalle esperienze di poesia con William Burroughs e John Giorno, alle pionieristiche performance tra musica, arti visive, poesia e teatro –come artista di strada suonava, cantava e recitava su dei pattini con le lame piantate in due blocchi di ghiaccio: quando si scioglieva la performance era terminata–, fino alle collaborazioni con Philip Glass, John Cage, Frank Zappa e Wim Wenders. Un eclettismo dove le arti si mescolano e per Anderson si traduce anche nell’invenzione di strumenti musicali nuovi, come il suo violino elettronico. Il successo internazionale arriva per caso, agli inizi degli Ottanta con “O Superman”: nel pieno dei furori new wave, punk e dance, l’atmosfera rarefatta e minimalista del brano incanta gli ascoltatori. Il secondo posto nelle classifiche di vendita britanniche le permette progetti più complessi e più ambiziosi, che si snodano attraverso gli anni in dischi, film e spettacoli –tra cui la trilogia americana– e come questo ultimo “Delusion”, dove Anderson affronta anche il nodo della recente scomparsa della madre, un momento esemplare del suo fare teatro.

Biglietti
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