Lungo la strada della Giannella tra il verdeggiare dei boschi spicca in alto un caseggiato bianco, che, avvicinandosi, rivela tutta la sua bellezza architettonica; è il Convento della Presentazione dove oggi vivono una decina di Padri Passionisti.
Il luogo giusto per chi ama il contatto diretto con la natura e per chi cerca posti che ispirino silenzio e riflessione è proprio questo. Forse la bellezza e l’amenità di questo versante del Monte Argentario hanno portato i Padri Passionisti alla scelta di questo luogo per la costruzione del convento. Soprattutto nell’immaginario del loro fondatore esso rappresentava il posto perfetto per il raccoglimento, la meditazione e la preghiera. Durante il XVIII secolo la Maremma era dominata dai corsari, dalla malaria, da un’ atmosfera di silenzio e morte. Questo non fermò San Paolo della Croce alla costruzione del convento, anzi fu per lui una conferma ancora più forte. Esso avrebbe costituito un segno di civiltà e spiritualità, nel tempo. La storia racconta che fu proprio il Santo a tracciare per terra con un bastone il semplice schema (un rettangolo) della chiesa, votata alla povertà, come voleva la sua regola. Paolo della Croce, al secolo Paolo Francesco Danei, riconosciuto come il più grande mistico del ‘700, nacque il 3 gennaio del 1694 da Luca Danei e Anna Maria Massari ad Ovada.
Paolo era il secondogenito di sedici figli, il padre e la madre erano entrambi ferventi cattolici infatti il 6 gennaio fu battezzato con il nome di Francesco Paolo. Nel 1701 la famiglia si trasferì a Castellazzo Bormida, in una casa esistente ancora oggi, nell’attuale vicolo Daneo. Ricevette la sua prima educazione da un sacerdote carmelitano che teneva una piccola scuola a Cremolino, vicino Ovada. Fin da piccolo mostrò un vero interesse per la vita interiore, passava lunghi momenti in preghiera, partecipava alla messa e ai sacramenti, accompagnato dal fratello Giovanni Battista. Fu costretto ad aiutare il padre nel commercio. Grazie alle sue testimonianze, sappiamo che nel 1713, durante l’omelia di un sacerdote e per di più nel giorno della festa a Santa Maria Maddalena, decise di consacrarsi al Signore. Da qui lasciò tutto, rinunciò ad un vantaggioso matrimonio e all’eredità lasciatagli da uno zio sacerdote, tenne per sé solo il libro della Liturgia delle Ore. Nell’estate del 1720 si sentì ispirato a fondare l’Istituto Missionario dei Passionisti vedendosi “in spirito vestito di nero sino a terra, con una croce bianca in petto e sotto la croce il nome SS. di Gesù in lettere bianche”.
Il 22 novembre 1720, rivestito di una tunica nera da eremita, dal vescovo di Alessandria, mons. Arborio Gattinara, suo padre spirituale, scalzo e a capo scoperto si ritirò in una piccola cella presso la Chiesa di Santi Carlo e Anna a Castellazzo Bormida. Fino al 2 gennaio trascorse i suoi giorni nella cella, stendendo la prima bozza della futura Regola per la nuova congregazione. Anche il fratello Giovanni Battista, di lui compagno fedele fino alla morte, iniziò la vita di ritiro. Il 7 giugno 1727 Papa Benedetto XIII lo ordinò sacerdote nella Basilica di San Pietro insieme al fratello Giovanni, purtroppo le Regole furono respinte. Fu proprio in questo periodo che si imbattè nella quiete del Monte Argentario in uno dei suoi ritiri. Durante il ritiro avvenne il miracolo della Presentazione della Vergine che gli indicò il perimetro esatto dove costruire la Chiesa. Nel 1733 San Paolo iniziò la fondazione della Congregazione della Passione di Gesù Cristo e con il fratello si dedicò alle missioni popolari. Si aggregarono alla nuova istituzione altri presbiteri, laici e chierici chiamati alla stessa vocazione. Tra questi ricordiamo Agnese Grazi che fu la prima collaboratrice e prediletta figlia spirituale del Santo. Finalmente nel 1737 si diede vita alla costruzione della Chiesa, chiamata “Della Presentazione”, che ospita oggi una bellissima rappresentazione della “Maria Regina dell’Argentario” del Seicento. Il 15 maggio 1741 la Congregazione venne approvata da Benedetto XIV.
Nell’anno 1747 San Paolo fu nominato all’unanimità, contro il suo volere, primo superiore generale, ricoprì tale carica fino al giorno della sua morte. Il 3 maggio 1771, con la venerabile madre Crocifissa Costantini fondò le Claustrali Passioniste. Fino alla sua ultima ora portò a termine i suoi doveri apostolici. Si spense a Roma, per una grave malattia data dallo stile di vita austero che teneva e dall’età avanzata, il 18 ottobre 1775. A chiunque capiterà di imbattersi nel convento non potrà fare a meno di ammirare il panorama unico sulla Laguna di Orbetello e sul Tombolo della Giannella dalla piazzetta antistante. La cappella del convento, piccola e raccolta, è aperta alle visite e volendo, è possibile inginocchiarsi nel punto (contrassegnato da una targhetta) dove sostò Papa Giovanni Paolo II nel 2000. Il Padre dei Passionisti, noti per l’emblema della Croce e del cuore che portano sul saio, è divenuto santo da Pio IX nel 1867. Le regole del suo Ordine sono attive ai nostri giorni in Europa, Africa, America e Asia.